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Io e il rito del tè

Oggi c'è un freddo di quelli che pungono e ti entrano dentro le ossa, e quasi quasi nemmeno la mia tazza di tè riesce a fare qualcosa contro il mio povero sangue congelato. Prima mi sono autoimposta di cambiarmi e portare a correre il cane, ma davvero avrei acceso il caminetto (se ne avessi avuto uno), e mi sarei accoccolata lì davanti a leggere un libro.
Invece non ho un caminetto e devo lavorare (quindi la cosa di leggere il libro, in fondo, in qualche modo la si fa) e devo accontentarmi del riscaldamento che oggi non sembra scaldare mai abbastanza.
Fuori c'è un grigio che ti si stringe davvero il cuore a non avere tutti quanti a casa per fare una partita a qualcosa, non so, al Labirinto, per esempio, mangiando biscotti fatti in casa e bevendo cioccolata calda (una cosa molto da vacanze natalizie).
Il Natale si avvicina, e come ogni anno ci sono quelli che non vedono l'ora perché amano l'atmosfera e i regali, quelli che non vedono l'ora perché vanno in ferie e non devono lavorare, quelli che vorrebbero andare in letargo e saltarlo del tutto, questo Natale, perché ci sono un sacco di cose che non vanno, persone che mancano, ottimismo perduto (alcune anche mai avuto eh!), chi aspetta ancora Babbo Natale, chi ha voglia di andare in un posto caldo a svernare un po'. Io sono lì in mezzo, fra quelli che vorrebbero evitare una parte di Natale (troppi pranzi/cene da parenti non miei) e godersi l'altra (amici che il resto dell'anno si vedono poco, oziare a casa con il moroso, andare da qualche parte in cerca della neve o di un maglione nuovo, poltrire mentre fuori il freddo imperversa, partire un po' ma godermi anche il mio "qui"). Magari dovrò anche lavorare, ma sotto le feste anche il lavoro fa un effetto diverso (e comunque si sa che il mio, fatto qui a casa, ha molti lati positivi).
Oggi la casa è silenziosa, c'è solo il rumore del mio portatile e quello del frigo a tenermi compagnia, i vicini già durante la bella stagione sembrano morti, figuriamoci adesso che fa freddo e non ci sono bambini che strillano in giro (oddio, anche meglio) e poi si tiene tutto chiuso. Qualche volta il cane ronfa, ma riesco perfino a dimenticarmi che c'è.
E il Piancavallo incombe appena qui fuori, con la sua sbiancata di neve, e che devo dire è uno dei pochi motivi per i quali vale la pena abitare in questo buco di paese. Una vista che spesso sa lasciarmi ancora senza fiato. Non mi ci voglio abituare, voglio che porti sempre con sé una punta di meraviglia. Almeno ancora per un po'.
Quest'anno non ho voglia di essere cinica con il Natale, lo sono sempre un po', ma è una pausa che se non ci fosse farebbe apparire l'inverno davvero troppo faticoso.

Certo, eviterei volentieri di ricevere regali tipo i Thun, quest'anno, ecco, perché quelli tirano davvero fuori il peggio di me.

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