Passa ai contenuti principali

Pre-aperitivo (e forse anche pre-temporale)

Bello "La connessione di tutte le cose" di Selden Edwards. A parte che le storie di dislocazione temporale affascinano sempre, poi ambientarla a Vienna ai tempi in cui ci si avviava al declino dell'impero austroungarico e a un passo dalla modernità mi ha fatto rivivere gli studi liceali e universitari. Comunque una storia piacevole da leggere.

Bello anche il concerto dei Wave Pictures che ho visto a Padova venerdì sera, finalmente, e anche se c'era poca gente (perché poca gente li conosce) sono stata contenta di andarli a vedere visto che ci era rimasto proprio sul gozzo che, l'anno scorso, per colpa del vulcano Trallallero non siano riusciti a venire a Pienne (cioè PN, Pordenone, per i fuori sede :))

Ma la testa è sempre più proiettata verso l'estate, il trasloco e soprattutto come sistemerò i miei libri nella nuova casetta :) che devo rendermela accogliente più di quanto non sia già di suo.
Ogni tanto faccio ancora dei brutti sogni, ogni tanto sogni tristi, che riguardano il papà o la mia paura dell'abbandono, però la maggior parte del tempo sono felice. oh, qua ci sono un sacco di coppie che si mollano, che si litigano (!) o che si non so che, lungi da me eh, che io sto bene dove sto!

Ciao ciao!
Un saluto, come sempre, a chiunque passi di qui.

Commenti

bob ha detto…
auguri per tutto Miky. la vita puo' essere terribile a volte ma se hai al tuo fianco qualcuno con cui stai davvero bene allora ritieniti fortunata (io ci sto ancora combattendo).
Miky ha detto…
be' mi ritengo fortunata per moltissimi motivi, e per ora la vita non è stata quasi mai terribile, ci sono stati momenti difficili, e molto anche, ma anche se a volte sembra il contrario, è nei momenti più difficili che sono convinta che ce la farò, anche se dico di no, ma secondo me sotto sotto penso di sì. :) o magari è solo che quando le cose vanno meglio sono molto brava a dimenticarmi di quando andavano peggio (che probabilmente è un bene, no?)

Post popolari in questo blog

Ancora

A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non

Sì, anche quest'anno arriva la storia di Babbo Natale

Tant'è che anche questo 2023 se ne sta andando e io arrivo alla fine di questo anno con una sensazione di piacevole sorpresa per ciò che è rimasto e non è andato via nonostante tutto, di meno piacevole rassegnazione per ciò che invece sembra via via sfuggire fra le dita, e di un grande punto di domanda su ciò che mi riserverà il 2024. Ma diciamolo piano, perché le annate pari ci hanno dato gatte da pelare (vedi il 2020, anno bisestile come il prossimo) quindi consiglio una bella ravanata alle parti basse per gli uomini e qualunque sia l'equivalente femminile di un gesto scaramantico per le donne (merda, neanche questo abbiamo, poi dice che il patriarcato non esiste). Qualcuno narra (io, viste le interazioni qui dentro) che ormai la tradizione del nostro Babbo Natale in trouble non possiamo proprio evitarla e pare vada riproposta ogni anno come Una poltrona per due , Trappola di cristallo e Mamma ho perso l'aereo , ma non prima di aver mandato un affettuoso saluto ultraterr

Luminosa e gentile

Oggi ho pranzato tardi, verso le due e mezza, ho alzato la testa dai miei crucci e guardato fuori dalla finestra e la luce calda dell'autunno ormai inoltrato si posava proprio così, luminosa e gentile sulle case di fronte. Stamattina quei crucci, quelli da cui più tardi avrei alzato la testa, mi erano parsi per diversi minuti, forse un'ora, insormontabili, mi erano scoppiati nel petto e avevo pianto, avevo pianto tanto sconvolgendo il mio viso, i miei occhi, faticando quasi a respirare, e indugiando per un millisecondo, forse molto meno, un'unità di misura più infinitesimale, ma comunque, su un orlo di un abisso. Poi però ho fatto il possibile per ricomporre la mia faccia e farla sembrare un po' meno un Picasso, per i pensieri e gli stati d'animo ci vorrà più tempo. Ho fatto cose che dovevo, cose che non avevo voglia ma che mi hanno fatto bene, mi hanno anche un po' distrutta. Non credo sia casuale che proprio oggi a funzionale abbia dovuto fermarmi per qualche