Sono al lavoro, e mi annoio. Qui si passa da momenti di semi-panico in cui bisogna fare tutto in 5 secondi cercando di non sbagliare nulla, interpretare quello che vuole dirti il capo senza capire veramente quello che ti sta dicendo, a non sapere cosa fare nell'attesa che qualcosa accada. Più o meno annoiarsi tutto il giorno per poi perdere autobus e treno perché se succede qualcosa succede a poco dal termine dell'orario di lavoro. Troppi pochi stimoli positivi, almeno per il momento. Sono stanca, dormo troppo poco, sono triste. L'unica cosa che si è rimpinguata un po' in questo periodo è giusto il conto in banca.
A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non
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