Passa ai contenuti principali

Ieri...

Udine, ieri

Sono in università e sto scrivendo a mano su un foglio bianco uno schizzo della presentazione della mia tesi, che ho consegnato in segreteria stamattina.
E speriamo che vada tutto meglio che può.
Che stranezza scrivere a mano dopo un bel po' che non lo faccio (a parte le firme degli 8000 documenti e moduli da firmare ogni volta che si deve fare qualcosa in questa benedetta università...). Sono talmente poco abituata che dopo tre righe la mano è già indolenzita, sarà per come tengo la penna, sarà perché ne è passato di tempo da quando prendevo giusto quel miliardo di pagine di appunti durante le lezioni di storia contemporanea, con il prof che in un paio d'ore (un'ora e mezzo grazie al fatidico quarto d'ora accademico di inizio e fine lezione) parlava sempre con lo stesso monotono tono di voce, e tu che inventavi le abbreviazioni più assurde pur di starci dietro (tipo stt=soprattutto).
Eh sì, sto facendo la nostalgica. Non mi mancherà del tutto l'università, anche perché ogni periodo ha il suo tempo ed è anche giusto che poi finisca, e poi le persone conosciute qui già da un po' sono altrove, siamo tutti quanti altrove, e alla fine la nostalgia passa.
Ci sono (spero ci siano) tante cose nuove a cui pensare.
Però perdere l'abitudine di scrivere a mano, per esempio, mi dispiace. Non significa che scriverò tutti i post del blog a penna e per poi trascriverli, come sto facendo con questo. Ma il blog prima o poi si cancella, o si perde e resta lì abbandonato, e poi se penso all'enorme cyberspazio e alla mole del suo contenuto virtuale, mi sembra soltanto un piccolo, minuscolo puntino, anzi il sottoprodotto di un miserrimo puntino, che prima o poi potrebbe non lasciare alcuna traccia. Certo non occupa spazio reale come un qualsiasi foglio di carta, o un diario o un'agenda. Ma fra qualche anno se lo rivedo non potrò dire "Ah, guarda che calligrafia avevo quella volta", oppure capire dalla scrittura se avevo fretta, o ero nervosa, o tranquilla. E allora. Allora voglio scrivere di più a mano e farmi stimolare dalle cose quando non ho un pc a disposizione tanto da aver voglia di prendere foglio e penna e scrivere.
Niente corpo giustificato, interlinea 1,5 e times new roman 12. Come viene viene.
E niente moleskina, non voglio spazi ristretti né imitare nessuno.

Commenti

bob ha detto…
beh la calligrafia e` solo la forma di come cambia il tuo pensiero e la tua scrittura nel tempo. rileggendo i tuoi vecchi post fra qualche anno noterai come il tuo modo di pensare si sia evoluto, com`eri ingenua e spontanea, come sei diventata piu` elegante, ecc ecc, almeno a me capita questo. e per questo dobbiamo solo ringraziare il cyberspazio, magari i quaderni sono molto piu` romantici, ma dovresti portarteli in giro ovunque la vita ti portera`, invece il tuo sito e` qui e qui rimane. infatti ho perso tutti i miei vecchi quaderni di scuola e darei non so cosa per poter rileggere qualche mio tema :(
Miky ha detto…
sì sì questo è vero, la continuità è garantita, ma trovare ogni tanto un foglio in giro con qualcosa di vecchio scritto a mano mi piace molto...
Skitch ha detto…
io sono ancora fan del diario.... nel senso che per fortuna viaggio molto spesso e il mio pc non si puo definire esattamente un portatile dall'alto dei suoi 5 kg... quindi quello che mi viene in mente mentre viaggio lo porto tutto su carta (che poi non trascrivo mai), ma hai ragione, ogni tanto lo vado a rileggere e penso che se non avessi avuto un quanderno in quel momento non lo avrei mai scritto...
nostalgia o meno è una bella sensazione...
un bacione da dublino!

Post popolari in questo blog

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...

Prime volte

Sono una grande fan delle prime volte, d'altra parte, chi non lo è. Sono irripetibili, anche se sono cose che poi ripeti, poche o tante volte, ma le prime restano indelebili, nel bene e nel male. Non sempre sono belle, il che depone a favore delle seconde, terze ed ennesime, a volte però sono straordinarie. Per fortuna che sono accadute, anche se peccato che non possano riaccadere allo stesso modo. Non ho mai sofferto di grandi nostalgie, ma si sa, l'età a volte fa questi scherzi. E comunque si cambia e anche questo ha una sua bellezza. Anche l'esperienza ha la sua parte di meraviglia. Non so perché si demonizzi sempre il trascorrere del tempo, ci si affanni nella corsa a cercare di andare all'indietro, continuare a sembrare giovani – sembrare chi non si è. Non ho voglia di sembrare chi non sono, una lotta che in qualche modo ho portato avanti da sempre. Non mi trucco per non nascondermi, non significa che non mi prendo cura di me. Non ho le sopracciglia dipinte e non m...

Sgretolarsi e (forse) ricomporsi

Provo a tenermi insieme, ma più spesso di quanto vorrei sento di sgretolarmi. Provo a tenere insieme tutte le parti di me che conosco, quelle che conosco meno, quelle che cerco di coltivare e provo a tagliare le parti che vorrei abbandonare, i famosi rami secchi, eppure ancora non c'è un tutt'uno. A volte mi pare che la risposta sia lì, a portata di mano. E forse lo è e solo io remo contro, mentre allungo il braccio. Ma tutta intera non mi ci sono mai sentita, nemmeno quando leggevo Caproni e credevo di capire tutto (ma avevo quindici anni e di sicuro non capivo niente). Provo a tenermi insieme e a capire a chi devo credere, di cosa fidarmi, chi temere. Percepisco un errore nel sistema e non so se tentare ancora di ripararlo o uscire a godermi il bel tempo. Dovrei propendere per la seconda, ma si sa, sono testarda. Oltre a cercare di tenere insieme me, cerco di tenere insieme anche tutto ciò che c'è fuori. Impresa titanica a dir poco che dovrei proprio lasciar perdere, ma a...