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Visualizzazione dei post da 2025

Bolle di felicità

Sono come bolle di sapone i luoghi di felicità che mi cerco o mi creo per consolarmi quando fuori il nero avanza. È una bolla di felicità la serata di prove al coro. Ma è una bolla di felicità anche la chat di telegram con le amiche. Una bolla di felicità è un pranzo fuori con mio marito deciso all'ultimo momento, il tempo con mia figlia strette sul divano o a giocare, e poi un film, le pagine di un libro, scrivere la frase giusta. È una bolla di felicità la canzone che ti strappa via il cuore e quella che te lo rimette a posto. Le mie bolle di felicità mi danzano davanti agli occhi, trasparenti con lievi riflessi colorati che cambiano mentre loro volano e vorticano. Hanno il profumo del sapone, sanno di pulito, non c'è alcuna sfumatura di nero in una bolla di sapone, non c'è niente che non sia leggerezza. Vorrei riuscire a non avvicinarmi troppo per non farle volare via lontano, dove non le posso più raggiungere. Vorrei riuscire a non farle scoppiare mai, ma si sa, è nella...

that's life

Circondata dai libri, ecco il mio posto preferito dove nascondermi. Dentro le pagine, dentro le parole. Anche dei libri che leggo per lavoro, quelli che leggo per piacere, con entusiasmo o svogliatamente, sulla carta, al computer o sul Kindle. È lì che mi nascondo, e suppongo non dovrei, ma è lì che finalmente respiro quando la vita sembra sul punto di volermi togliere il fiato, di lasciarmi ad annaspare mentre tento di capire. A volte capisco di più, a volte no, ma resta che nei libri è tutto più lineare, ci sono comunque parole concrete che esprimono cose precise, dalle linee più o meno contorte, magari, ma definite, visibili. Di tutto il resto, invece, di quello che non è fatto di parole, capisco molto poco o così mi sembra, ed è per questo che a volte vengo qui a tentare di tradurlo. Tradurre la vita in parole per renderla meno spaventosa. Quando arrivai in Austria la prima volta, una domenica con tutto chiuso, l'inverno ancora nel pieno seppur fosse fine febbraio, senza un all...

Una me perduta

L'anno è iniziato ormai da un po' e sto cercando di capire che direzione voglio dargli. Perché è stato un periodo un po' caotico, nella mia testa. Ho approfittato delle vacanze per andare a correre tanto e per leggere tanto, e devo dire che ne sono stata felice. Vorrei continuare con entrambe le cose, almeno per il tempo che mi è concesso al di là del lavoro, e credo di aver bisogno di fare qualcos'altro per sentirmi meglio. Nei momenti difficili, quando il loop di pensieri negativi porta pericolosamente verso i confini del dirupo, il modo migliore per voltargli le spalle è impegnarmi in qualcosa di concreto che mi faccia sentire meglio. Un'esperienza che mi migliori, una cosa nuova mai fatta prima, insomma, qualcosa di questo tipo. Già riprendere abitudini buone un po' abbandonate ha aiutato. È come un bisogno di sentirmi più completa, più arricchita. Ieri sono andata a correre, ho fatto 7 km in mezzo a una nebbia abbastanza bassa. Avevo la sensazione che stess...