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Aggraziarsi

Sono andata a correre, prima di pranzo. Non riuscivo ad andarci dal 31 dicembre, quindi agli effetti è la prima corsa del 2023. Non è andata male, anche se ho fatto di meglio. Ma alla fine che importa.
Non mi succede spesso di "perdermi" mentre corro. Ho sempre troppi pensieri che macinano. Oggi ho provato a concentrarmi sul mio corpo. I muscoli delle gambe che mi facevano male, all'inizio, provati dai lunghi giorni di inattività. Il respiro, che devo sempre concentrarmi perché sia regolare. Ho cercato un ritmo oggi. Lo seguivo ascoltando il rumore delle scarpe che calpestavano l'asfalto, o il terreno. Tum tum tum tum. Ho provato a mantenerlo regolare nonostante le discese ti portino ad accelerare e le salite a rallentare. Tum tum tum tum. C'era abbastanza silenzio, poche auto in giro, come se gennaio si stesse ancora stiracchiando dopo la pausa natalizia. Tum tum tum tum. Come il cuore, che prova a stare al passo col respiro, o è viceversa, non lo so.
A un certo punto ho pensato "oggi corro fino a farmi male". A volte se ho spinto troppo dall'inizio (non sono brava a calibrare il primo chilometro) mi ritrovo a dover riprendere fiato, camminare per qualche metro e rimettermi in marcia. Oggi ho detto no, corro fino a farmi male.
E hanno iniziato a farmi male le costole. Non so perché le costole. Forse sempre per l'inattività forzata dei primi giorni di gennaio. Tum tum tum tum. Sto già correndo fino a farmi male, ora fa male.
Tum tum tum tum.
Sto per rientrare dall'altro ingresso del parco che ormai mi è molto caro. Forse camminare un po' all'altezza del ponticello me lo posso concedere, gettare uno sguardo al gioco-scivolo-drago dove Dafne ogni tanto si ferma, e alla panchina blu lì di fronte.
Cammino, respiro. Guardo.
Poi però riprendo.
Tum tum tum tum.
Non è andata male, anche se ho fatto di meglio. E non ho corso fino a farmi troppo male.
Ho corso abbastanza da sentirmi un po' meno ingombrante.
Ingombrante.
Questa è la parola che mi è venuta in mente stamattina pensando a me. Buffo per chi si sente in generale abbastanza insignificante no? Eppure anche una cosina insignificante può diventare ingombrante. Mi sono rigirata la parola in bocca e nella testa, abbastanza perché non sembrasse più una parola vera, come se si consumasse tanto da perdere il significato.
E come faccio ultimamente quando voglio andare a fondo di una parola, da brava linguista mancata quale mi definisco (solo nel senso che per un po' è quello che avrei voluto fare, studiare la linguistica per tutta la vita, non perché io sia un'esperta in materia) ho cercato l'etimologia in questo sito che ha spesso un po' di poesia nelle sue definizioni.

Ingombrante
Significato: Che ha grandi dimensioni ed è d’intralcio; invadente, pesante
Etimologia: participio presente di ingombrare, dal francese antico encombrer, derivato di combre ‘barriera’, di origine celtica.

Le grandi dimensioni dell’ingombrante non vivono soltanto in una dimensione volumetrica, ma sono declinate in un’ottica funzionale. L’ingombrante non è ingombrante solo perché è grosso, ma perché è d’impaccio, d’ostacolo. Anzi le grandi dimensioni, per questo aggettivo, sono un carattere secondario: l’origine francese ce lo presenta proprio col profilo di una barriera – in particolare, dello sbarramento posto sul fiume con tronchi d’albero. Un’immagine suggestiva, che proietta una luce chiara su questa parola.
Il pregevole mobile dei nonni può essere troppo ingombrante per il nuovo appartamento, ma anche la piccola cassettiera, in bagno, può risultare ingombrante. Un pensiero o un sentimento può essere ingombrante quando congestiona la mente (mentre altri pensieri e sentimenti similmente vasti possono illimpidirla). E nel passato dell’impresa di successo ci possono essere dei trascorsi ingombranti che continuano a gravare sul suo nome.
Questo termine si estende facilmente così a descrivere l’invadente, chi o ciò che mette a disagio, il pesante. Non deve fare qualcosa: molto spesso è sufficiente la sua sola presenza. La serenità della celebrazione può essere incrinata da un intervento ingombrante, un famigliare ingombrante mette spesso in imbarazzo, e certe rigidità morali possono essere davvero ingombranti.
Una parola su cui di rado ci si concentra, e che ha un’articolazione di significato davvero aggraziata.

[Testo originale pubblicato su: https://unaparolaalgiorno.it/significato/ingombrante]

"Un'articolazione di significato davvero aggraziata".
Era ingombrante lunedì sera la sensazione di non farcela. Invece ce l'ho fatta. Fino all'ultimo non sapevo se sarei salita in macchina per andare all'open day di un'attività che ho deciso di iniziare quest'anno. Ma ce l'ho fatta. Sì sì, lo so, per molti è una stupidaggine, ma non per me. E quella sensazione mi è poi sembrata meno ingombrante quando, dopo averla raccontata all'amica che sapevo avrei trovato lì, lei mi ha confessato che la sua prima volta si è fatta accompagnare dalla sorella. Quindi è vero che a volte so essere più forte delle mie paure.
Ed è vero che due parole apparentemente piccole come "ti capisco" vogliono dire tantissimo.
Ieri sera mi sono sentita ingombrante.
E oggi ho corso come se potesse aiutarmi ad assottigliarmi, assottigliare me e anche i pensieri. Per scomparire un po' e non essere troppo una barriera, combre, come imparo oggi.
"Illimpidire" la mente.
E aggraziarmi di nuovo un po' anch'io.

Commenti

jeanloupverdier ha detto…

ricominciare a fluire...

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