Passa ai contenuti principali

Di estate e di storie

Agosto funziona così per me, come un buco nero, ma lo è in senso positivo. Finisco l'ultima cosa di lavoro e poi, quando so che davvero posso smettere di preoccuparmene, smetto. Di solito sono tre settimane scarse, ma in quelle settimane non faccio fatica a staccare dal lavoro. Non ci penso più. 

È stato talmente buco nero, questo agosto, che ha risucchiato anche altre cose. Per esempio stamattina mi sono resa conto di essermi completamente dimenticata che un libro che avevo ordinato non solo mi era arrivato, ma l'avevo anche sfogliato un po' e poi riposto in libreria in attesa del suo momento. C'è stato un attimo in cui ho pensato: ma io ho solo sognato di averlo ordinato? Oppure è arrivato mentre ero via e il corriere non mi ha lasciato nulla? O sono rincoglionita proprio (spoiler: l'ultima opzione è quella giusta).

 

È anche vero che il ritorno al lavoro in genere non mi pesa. Mi pesa solo che durante l'anno fatichiamo a concederci pause un pochino più lunghe. Ma Natale è alle porte no?
Però questo agosto alla fine è andato bene: luglio non è stato così clemente, tra secondo Covid e bronchite (per Dafne, due cose separate eh), e un caldo a tratti insopportabile per me che non lo amo affatto. Invece l'ultimo mese d'estate ci ha graziati. Nonostante il topo che a Minorca ci ha rubato le patatine dal tavolo dell'appartamento senza aria condizionata che ci costringeva a dormire con tutto aperto (sì, giuro), e nonostante a Budapest per un'oretta buona abbiamo temuto di non entrare mai nell'appartamento prenotato (è andato tutto bene invece).

Ho letto abbastanza, per essere una madre, lavoratrice, e consumatrice di serie TV (molto poco consumatrice di serie TV a dire il vero), non posso lamentarmi. Annovero fra i preferiti La porta di Magda Szabò, Paura di Stefan Zweig, Therese Raquin di Emile Zola, Un'Odissea di Daniel Mandelsohn (non avevo voglia di sistemare gli accenti, lo so). Ma tanto la lista di quelli che devo assolutamente e che vorrei tanto leggere si allunga sempre più.
Adesso sto leggendo Stefansson, Storia di Asta, ha tutta l'aria di essere bellissimo.  

Ultimamente mi sento come un treno in corsa: sarà l'aria di settembre che come sempre mi riempie di vita, perché io funziono al contrario mi sa, e di pulsioni di vario tipo che mi spingono verso limiti che a volte ho paura di esplorare e guardare bene in faccia. Ma a volte, invece, un po' mi butto.

Non scrivevo da tantissimo, lo so, e sono venuta molte volte qui per farlo ma non c'era nulla che uscisse dalle mie dita sulla tastiera. Oggi invece così, un colpo di culo, immagino.
A presto!

Commenti

Post popolari in questo blog

Ancora

A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non

Sì, anche quest'anno arriva la storia di Babbo Natale

Tant'è che anche questo 2023 se ne sta andando e io arrivo alla fine di questo anno con una sensazione di piacevole sorpresa per ciò che è rimasto e non è andato via nonostante tutto, di meno piacevole rassegnazione per ciò che invece sembra via via sfuggire fra le dita, e di un grande punto di domanda su ciò che mi riserverà il 2024. Ma diciamolo piano, perché le annate pari ci hanno dato gatte da pelare (vedi il 2020, anno bisestile come il prossimo) quindi consiglio una bella ravanata alle parti basse per gli uomini e qualunque sia l'equivalente femminile di un gesto scaramantico per le donne (merda, neanche questo abbiamo, poi dice che il patriarcato non esiste). Qualcuno narra (io, viste le interazioni qui dentro) che ormai la tradizione del nostro Babbo Natale in trouble non possiamo proprio evitarla e pare vada riproposta ogni anno come Una poltrona per due , Trappola di cristallo e Mamma ho perso l'aereo , ma non prima di aver mandato un affettuoso saluto ultraterr

Luminosa e gentile

Oggi ho pranzato tardi, verso le due e mezza, ho alzato la testa dai miei crucci e guardato fuori dalla finestra e la luce calda dell'autunno ormai inoltrato si posava proprio così, luminosa e gentile sulle case di fronte. Stamattina quei crucci, quelli da cui più tardi avrei alzato la testa, mi erano parsi per diversi minuti, forse un'ora, insormontabili, mi erano scoppiati nel petto e avevo pianto, avevo pianto tanto sconvolgendo il mio viso, i miei occhi, faticando quasi a respirare, e indugiando per un millisecondo, forse molto meno, un'unità di misura più infinitesimale, ma comunque, su un orlo di un abisso. Poi però ho fatto il possibile per ricomporre la mia faccia e farla sembrare un po' meno un Picasso, per i pensieri e gli stati d'animo ci vorrà più tempo. Ho fatto cose che dovevo, cose che non avevo voglia ma che mi hanno fatto bene, mi hanno anche un po' distrutta. Non credo sia casuale che proprio oggi a funzionale abbia dovuto fermarmi per qualche