Passa ai contenuti principali

Follemente

Leggere Lolita a Teheran è un libro bellissimo. Adocchio il titolo da molto tempo ma ancora non l'avevo letto. Nessuna motivazione particolare, se non che il tempo in solitudine da qualche anno si è ridotto drasticamente. Poi è successo qualcosa: in genere non leggo molto le trame o le recensioni a un libro perché non voglio rovinarmi la bellezza di assaporar
e una cosa senza sapere ancora che cos'è. Però è vero che spesso mi sono convinta a leggere libri che poi mi sono piaciuti molto proprio grazie a qualcuno che ne parlava. Così quando ho scoperto che si parlava sì di Iran e di Teheran ma si parlava anche di letteratura americana mi sono decisa. La narrazione è così coinvolgente mentre parla di Lolita e del Grande Gatsby e delle bombe su Teheran, la rivoluzione, il riapparire del chador e tutti i nuovi limiti imposti alle donne che davvero non so come abbia potuto non leggerlo prima. Ci sono condensate (perché in un libro non può che essere così) tante cose che fanno vibrare le mie corde: l'amore per la letteratura, l'amore per il proprio Paese, l'amore per le proprie idee. Ma anche i compromessi, la necessità di dare un'importanza alle cose per la propria vita e perseguire quelle, nonostante. Nonostante tutto ciò che ci circonda, nonostante tutti gli ostacoli, nonostante sé stessi e i propri stessi ideali, nonostante sia difficile comprendere quale sia la cosa giusta da fare. Se esiste la cosa giusta.
E c'è un'altra cosa: un libro che ti fa venire voglia di leggere o di approfondire altri libri è sempre il tipo di libro che amo. Perciò leggerò Lolita (che finora non mi aveva attirato molto; ringrazio davvero questo libro per la prospettiva che mi ha dato) e anche tutto il resto di Nabokov, probabilmente. Il grande Gatsby l'ho già letto, mentre Henry James ancora no (fra l'altro Giro di vite già volevo leggerlo visto che fra le prossime visioni forse ci sarà The Haunting of Bly Manor).

Rimane che ho sempre pochissimo tempo rispetto a tutto quello che vorrei leggere e film o serie che vorrei guardare. Ma ho davvero voglia di impegnarmi per fare entrambe le cose molto di più. Mi rallegra invece molto il fatto che per lavoro sto rileggendo in lingua diversi classici della letteratura inglese e americana e sono questi i periodi in cui amo follemente il mio lavoro.
È sempre bello amare follemente.


Commenti

Post popolari in questo blog

Tenere il punto

Sparisco. Divento sempre più piccola e poi sparisco. «e io mi sento, io mi sento, io mi sento vagamente ridicolo» (va letta cantando) Mi sento piccola e ridicola e scompaio. Un buco nero, come nella canzone de i cani. Non posso contare più tutte le volte in cui è successo, perché ho permesso agli altri di farmi sentire così. Scontata. Inutile. Piccola. Non conto le volte in cui solo poi mi sono resa conto che ti mettono una mano sulla testa per schiacciarti giù in modo da sentirsi più grandi. Bravi, un applauso. Non conto certo nemmeno gli errori che ho fatto io, ma mai per rimpicciolire nessuno. Per insicurezza, senza dubbio. Per bisogno di attenzioni, sicuramente. Niente di edificante, certo, ma mai intenzionata a distruggere un altro per sentirmi migliore. E invece c'è chi lo fa, chi gioca, manipola, ti fa credere cose che non sono, ti tratta come se non importasse per sentirsi importanti, finché poi non importi davvero più. Bravi, un applauso anche a voi. Sono sparita e diventa...

Prime volte

Sono una grande fan delle prime volte, d'altra parte, chi non lo è. Sono irripetibili, anche se sono cose che poi ripeti, poche o tante volte, ma le prime restano indelebili, nel bene e nel male. Non sempre sono belle, il che depone a favore delle seconde, terze ed ennesime, a volte però sono straordinarie. Per fortuna che sono accadute, anche se peccato che non possano riaccadere allo stesso modo. Non ho mai sofferto di grandi nostalgie, ma si sa, l'età a volte fa questi scherzi. E comunque si cambia e anche questo ha una sua bellezza. Anche l'esperienza ha la sua parte di meraviglia. Non so perché si demonizzi sempre il trascorrere del tempo, ci si affanni nella corsa a cercare di andare all'indietro, continuare a sembrare giovani – sembrare chi non si è. Non ho voglia di sembrare chi non sono, una lotta che in qualche modo ho portato avanti da sempre. Non mi trucco per non nascondermi, non significa che non mi prendo cura di me. Non ho le sopracciglia dipinte e non m...

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...