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Primavera fuori, inverno dentro

Ciao a tutti, cari voi, non ho molto tempo per scrivere sul blog perché in questo momento non c'è niente di semplice.
Se qualcuno pensa che lo smart working sia compatibile con l'avere i figli a casa si sbaglia di grosso. Ma avendo figlia, marito, e figlio del marito allora forse qualche chance in più c'è.
Sto cercando di adoperarmi per non rinunciare a fatturare ché, paradossalmente, ora sono io a fare il grosso del lavoro. Ossia, il mio settore, almeno sul momento, può continuare imperterrito, perché a distanza ci lavora da anni. Ma, come dicevo, con una bimba di quasi quattro anni che reclama attenzioni naturalmente non è semplice. Oggi era dalla nonna, la più giovane fra i tre, con molti sensi di colpa da parte mia che quasi non ce la volevo mandare. Ma ormai eviterò di farlo, anche perché mia mamma sicuramente dovrà recarsi a dare una mano ai miei nonni, e loro sì che sono anziani e malconci sul serio.
È difficile per tutti.
I nonni sono spaventati e sentono la mancanza dei nipoti (oltre che dei figli).
Mia mamma e mia suocera, che vivono sole, per esempio, immagino come possano sentirsi.
I genitori sono preoccupati per entrambi, prima che per sé stessi, e per il lavoro che rischia di sfuggire.
I figli più grandi che capiscono abbastanza come vanno le cose si ritrovano in una situazione surreale di vacanza coatta che vacanza non è, metà annoiati e alcuni anche preoccupati, seppur non lo diano troppo a vedere.
I figli più piccoli, almeno questo, non capiscono granché ma sentono la mancanza dei compagni di scuola, delle gite, del parco giochi affollato e della serenità dei loro genitori. Da oggi pomeriggio nella mia città anche i parchi chiuderanno, e capisco bene quanto sia giusto farlo. Sarà più semplice dire a mia figlia che non possiamo andarci, al parco, e se ci passiamo davanti in una breve uscita in bici o passeggiata, almeno non andarci sarà un obbligo.
Ci sforziamo tutti. Io dovrei lavorare a tempo pieno, mio marito è qui e non può girare per clienti (che nemmeno lo riceverebbero, e che lui per primo non ha alcuna voglia di incontrare) ma cerca di lavorare quel che può da casa con email, telefonate eccetera. Gli ho chiesto di non portare più dai nonni la piccola perché temo per i più anziani (che per fortuna sono comunque piuttosto in forma) dicendogli di dirmi quali finestre temporali gli possono servire, in modo che io possa lavorare prima e dopo.
Mi alzerò alle sei e lavorerò finché non si sveglia la piccola, se serve, e finché mio marito potrà occuparsene. Ci daremo il cambio, perché è difficile intrattenere per sempre un bimbo, lo so bene. Ci faremo aiutare da suo figlio quando è qui con noi. Lavorerò dopo cena, quando è andata a dormire. E nel mezzo passerò del tempo con lei, sperando di riuscire a occuparlo in modi abbastanza fantasiosi.
Ho comprato puzzle e libri, di cui comunque abbonda già molto. Ne ho comprati ancora online, dato che i corrieri lavorano ancora, e anche giochi, da fare in giardino e a casa, nel caso piovesse. 
Sono fortunata, io, e lo so bene, perché ho un giardino, uno scivolo, e anche se è ancora un po' tutto impantanato in questo periodo dell'anno, ci si va lo stesso.
È un clima strano.
Stanotte mia figlia mi ha svegliato in un momento di sonno profondissimo ma dopo non riuscivo a riaddormentarmi. C'è un silenzio irreale, irreale anche di notte, seppur la mia sia una città tranquilla di suo.
Intanto però fuori la primavera sboccia, proprio mentre noi entriamo in questo inverno interiore. Non so se sia più una beffa o se sia meglio così.
Ma cerchiamo di affrontare questo viaggio verso l'ignoto nel modo migliore, sapendo che da questa cosa usciremo cambiati, e molto.
Non riesco a leggere tanto in questo periodo, a parte quel che faccio per lavoro, perché questa vita modificata è più stressante di quanto possa sembrare. Ma voglio cercare di riprendere buone abitudini e una nuova "normalità", pur in questa eccezionalità. 
Coraggio ragazzi, teniamo duro :)


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