Passa ai contenuti principali

Per caso

A volte passi davanti a un posto e ti torna in mente tutto. Tutta una serie di sensazioni che avevi dimenticato, o che avevi ricercato senza saper più trovare, d'improvviso ti travolge inaspettata. Di recente mi è successo con due cose, una positiva e una negativa.
Succede con le canzoni, a volte con i profumi, altre è sufficiente la luce giusta, nella stagione giusta.
È autunno e di luci e colori e profumi l'aria è davvero piena. È per questo che adoro l'autunno, perché è veramente un quadro in cui il pittore ha dato sfogo a tutto, ma con un velo malinconico di dolce sospensione.
Dopo una settimana molto intensa e con poco riposo, ieri mattina ho detto: prima di andare a pranzo dal nonno, si va su in castello. Maniago è la piccola cittadina dov'è nato mio marito, e ormai è diventata una seconda casa. La salita verso il castello è poco impegnativa e adatta anche alla piccola camminatrice che rifiuta il passeggino da un anno ormai. E per caso, fra foglie gialle e rosse e sotto un bel cielo azzurro abbiamo raccolto castagne.
Per un momento ieri mi si sono incrociate più strade del passato e del presente, in qualcosa che mi ha stretto per un momento lo stomaco, ma solo per un momento. 
Poi, alla fine, penso, qualche stretta allo stomaco ogni tanto arriva e arriverà sempre, sarebbe molto peggio non sentire mai nulla, no?

Commenti

Anonimo ha detto…
La stretta allo stomaco è qualcosa di struggente e bellissimo allo stesso tempo.
Dicono che faccia male, altri dicono che basta che non sia una consuetudine, sentire la stretta allo stomaco.
Io non so più se questo ricordo del passato possa fare bene o male.
Miky ha detto…
Direi che dipende da quanto è stretta e quanto dura, e soprattutto quanto la stretta influisce sul tuo presente...

Post popolari in questo blog

Tenere il punto

Sparisco. Divento sempre più piccola e poi sparisco. «e io mi sento, io mi sento, io mi sento vagamente ridicolo» (va letta cantando) Mi sento piccola e ridicola e scompaio. Un buco nero, come nella canzone de i cani. Non posso contare più tutte le volte in cui è successo, perché ho permesso agli altri di farmi sentire così. Scontata. Inutile. Piccola. Non conto le volte in cui solo poi mi sono resa conto che ti mettono una mano sulla testa per schiacciarti giù in modo da sentirsi più grandi. Bravi, un applauso. Non conto certo nemmeno gli errori che ho fatto io, ma mai per rimpicciolire nessuno. Per insicurezza, senza dubbio. Per bisogno di attenzioni, sicuramente. Niente di edificante, certo, ma mai intenzionata a distruggere un altro per sentirmi migliore. E invece c'è chi lo fa, chi gioca, manipola, ti fa credere cose che non sono, ti tratta come se non importasse per sentirsi importanti, finché poi non importi davvero più. Bravi, un applauso anche a voi. Sono sparita e diventa...

Prime volte

Sono una grande fan delle prime volte, d'altra parte, chi non lo è. Sono irripetibili, anche se sono cose che poi ripeti, poche o tante volte, ma le prime restano indelebili, nel bene e nel male. Non sempre sono belle, il che depone a favore delle seconde, terze ed ennesime, a volte però sono straordinarie. Per fortuna che sono accadute, anche se peccato che non possano riaccadere allo stesso modo. Non ho mai sofferto di grandi nostalgie, ma si sa, l'età a volte fa questi scherzi. E comunque si cambia e anche questo ha una sua bellezza. Anche l'esperienza ha la sua parte di meraviglia. Non so perché si demonizzi sempre il trascorrere del tempo, ci si affanni nella corsa a cercare di andare all'indietro, continuare a sembrare giovani – sembrare chi non si è. Non ho voglia di sembrare chi non sono, una lotta che in qualche modo ho portato avanti da sempre. Non mi trucco per non nascondermi, non significa che non mi prendo cura di me. Non ho le sopracciglia dipinte e non m...

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...