Passa ai contenuti principali

Pioggia

Stasera diluvia, in giro non c'è nessuno e niente da fare, e piuttosto che rinchiudermi in uno dei soliti posti solo per dire di stare fuori, apprezzo più volentieri una serata casalinga... che poi non son più tempi per sentirsi sfigati se si sta a casa di sabato sera. E credo che dopo un risotto ai funghi ci sarà "Juno" nella programmazione della nostre prossime ore, perché una commedia leggera e simpatica con in sottofondo dell'ottima musica stempera la nostalgia che accompagna ogni goccia di pioggia che tocca terra, stasera. (Detto in altri termini: guardare "Magnolia", per esempio, sarebbe un po' come randellarsi le parti basse.)

Vi rendete conto che da domani fino a tutta la prossima settimana sarò costretta a leggere, per lavoro, un romanzo erotico sull'onda del successo di "50 sfumature di grigio"? Be', dubito che potrà essere di un qualche spessore (non per il genere, ma per altri motivi, e lascio in sospeso perché so che è meglio non sputare sul piatto dove si mangia) ma spero almeno che possa essere divertente (non perché la storia lo sia, ma perché a volte è spassoso vedere quante cazzate riesce a mettere in croce un autore di livello discutibile, che viene addirittura pubblicato).
Se una volta apprendevo con distaccata ironia la notizia che in questo Paese si pubblica una valanga di libri, anche se poi a leggerne almeno uno all'anno sono in pochi, ora mi rendo conto di quanto sia lo spreco di carta. Non solo perché tanto si pubblica quanto poco si legge, ma perché poi il livello di tanto di quel che si pubblica è davvero basso, anzi, direi proprio infimo.
Mancano così tanto libri dal sapore, anche solo di un vago afflato di classico, o di un'originalità tutta post-moderna e indefinibile, ma che ti sappia catturare. Ormai si leggono solo storielle, intrighi internazionali, commedie di pochissimo conto e autobiografie o saghe familiari di emeriti sconosciuti.
E la fantasia di Calvino?
E il linguaggio costruito come un vestito addosso a personaggi, o a interi romanzi?
Il realismo non ha un po' appiattito tutto, alla stregua di una cronaca dei giorni nostri?
Che poi, c'è realismo e realismo. Non ci si inventa certo scrittori (di qualità) in un giorno.

Commenti

Post popolari in questo blog

Tenere il punto

Sparisco. Divento sempre più piccola e poi sparisco. «e io mi sento, io mi sento, io mi sento vagamente ridicolo» (va letta cantando) Mi sento piccola e ridicola e scompaio. Un buco nero, come nella canzone de i cani. Non posso contare più tutte le volte in cui è successo, perché ho permesso agli altri di farmi sentire così. Scontata. Inutile. Piccola. Non conto le volte in cui solo poi mi sono resa conto che ti mettono una mano sulla testa per schiacciarti giù in modo da sentirsi più grandi. Bravi, un applauso. Non conto certo nemmeno gli errori che ho fatto io, ma mai per rimpicciolire nessuno. Per insicurezza, senza dubbio. Per bisogno di attenzioni, sicuramente. Niente di edificante, certo, ma mai intenzionata a distruggere un altro per sentirmi migliore. E invece c'è chi lo fa, chi gioca, manipola, ti fa credere cose che non sono, ti tratta come se non importasse per sentirsi importanti, finché poi non importi davvero più. Bravi, un applauso anche a voi. Sono sparita e diventa...

Prime volte

Sono una grande fan delle prime volte, d'altra parte, chi non lo è. Sono irripetibili, anche se sono cose che poi ripeti, poche o tante volte, ma le prime restano indelebili, nel bene e nel male. Non sempre sono belle, il che depone a favore delle seconde, terze ed ennesime, a volte però sono straordinarie. Per fortuna che sono accadute, anche se peccato che non possano riaccadere allo stesso modo. Non ho mai sofferto di grandi nostalgie, ma si sa, l'età a volte fa questi scherzi. E comunque si cambia e anche questo ha una sua bellezza. Anche l'esperienza ha la sua parte di meraviglia. Non so perché si demonizzi sempre il trascorrere del tempo, ci si affanni nella corsa a cercare di andare all'indietro, continuare a sembrare giovani – sembrare chi non si è. Non ho voglia di sembrare chi non sono, una lotta che in qualche modo ho portato avanti da sempre. Non mi trucco per non nascondermi, non significa che non mi prendo cura di me. Non ho le sopracciglia dipinte e non m...

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...